Memoria procedurale

La memoria procedurale (o memoria implicita) è la memoria di come si fanno le cose e di come si usano gli oggetti. Nella vita quotidiana le persone si affidano ogni giorno alla memoria procedurale, il tipo di memoria che consente di ricordare come legare le scarpe o andare in bicicletta senza pensare consapevolmente a queste attività. La ricerca nella memoria procedurale indica che opera attraverso un processo mentale diverso dalla memoria dichiarativa[1].

Le persone che hanno una buona memoria procedurale risultano certamente favorite nell'adattarsi a nuove attività lavorative o alle novità nel contesto del medesimo lavoro.

La perdita di questo tipo di memoria rende difficili attività quotidiane come il vestirsi e il lavarsi.

Sembra che venga mantenuta più a lungo della memoria semantica ed è per questa ragione che si vedono malati che hanno difficoltà a trovare le parole e che non ne capiscono il significato ma che riescono, invece, a cantare vecchie canzoni.

Sebbene il termine memoria implicita venga spesso considerato sinonimo di memoria procedurale, secondo molti autori i due concetti si differenziano[1], nel senso che la memoria procedurale è solo una componente della memoria implicita, che a sua volta riguarda ogni forma di memoria non accessibile alla consapevolezza. Esempi di memoria implicita non procedurale sono il priming, processo in base al quale i soggetti migliorano le loro prestazioni in compiti per i quali sono stati preparati non consapevolmente[2][3], e l'effetto illusione di verità, secondo cui è più probabile che si giudichino vere affermazioni che sono state sentite precedentemente, indipendentemente dalla loro verità[4].

  1. ^ a b D. L. Schacter, Implicit memory: history and current status (PDF), in Journal of Experimental Psychology: Learning, Memory, and Cognition, vol. 13, 1987, pp. 501–518, DOI:10.1037/0278-7393.13.3.501 (archiviato dall'url originale il 19 febbraio 2009).
  2. ^ Marryellen Hamilton, Measuring Implicit Memory, in youtube.com, St. Peter's College. URL consultato il 21 aprile 2012.
  3. ^ P. Graf e G. Mandler, Activation makes words more accessible, but not necessarily more retrievable, in Journal of Verbal Learning and Verbal Behavior, vol. 23, 1984, pp. 553–568, DOI:10.1016/s0022-5371(84)90346-3.
  4. ^ L. Hasher, D. Goldstein e T. Toppino, Frequency and the conference of referential validity, in Journal of Verbal Learning and Verbal Behavior, vol. 16, 1977, pp. 107–112, DOI:10.1016/s0022-5371(77)80012-1.

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